Franco Battiato incontra Parma a Teatro Due, quando per il Festival di Musica Antica e contemporanea Due Dimensioni crea nel 1985 Genesi, Studio per un’Opera che poi debutterà al Regio di Parma due anni dopo, nel 1987. Fra gli interpreti Silvano Pantesco e Donatella Saccardi con i musicisti dell’allora Filarmonica Renzo Martini, una serata molto speciale, il concerto riportava il titolo di Café de la Paix, fra citazioni Gurdijeviane e l’esecuzione di “L’Egitto prima delle sabbie”. Partecipa anche Francesco Messina, amico e collaboratore da sempre di Franco.
Ma l’incontro a Teatro Due è unico, perché da lì partirà una collaborazione professionale con artisti della nostra Città che durerà nel tempo. Importante, a partire da quella con Alessandro Nidi, che dirigerà Genesi e poi collaborerà con Giuni Russo, a quella con me, che poi avrei diretto Genesi al Teatro Regio e per i successivi dieci anni sarei stato il suo produttore discografico, e alla partecipazione a tournée e a registrazioni discografiche di numerosissimi musicisti di Parma. La produzione dell’anteprima di Genesi di Teatro Due, proseguì con tournée in Italia. In Piemonte, sempre al concerto sui temi di Genesi, al castello di Agliè, arriva a salutarci Paolo Conte, che era stato pochi anni prima, all’inizio della sua carriera, ospite a Teatro Due, in uno dei primi concerti organizzati da Radio Popolare alla fine degli anni ’70… Una dimensione di relazioni e rapporti oggi difficilmente pensabile e Teatro Due a Parma era un riferimento per tutte le proposte innovative musicali, dalla musica antica a quella contemporanea, e di confine, esperimenti arditi di musica subacquea e le “scoperte” (oggi sembra strano, ma è così) delle prime esecuzioni di musica antica con strumenti originali . È doveroso ricordare fra i tanti musicisti di Parma due figure che hanno avuto un ruolo importante, entrambe scomparse giovani: Maurizio Naddeo, violoncellista e collaboratore di Fabio Biondi, che riportò la notizia di Battiato che stava scrivendo Genesi al comitato organizzativo del Festival Due Dimensioni e Vincenzo Raffaele Segreto, il musicologo artefice di mille raffinate intuizioni musicali e che seppe instaurare con Battiato una relazione duratura. Da Teatro Due si svilupparono quindi relazioni musicali che accompagnarono Battiato lungo tutta la sua carriera, sia nei concerti ad esempio con il Nuovo quartetto italiano che nelle opere con l’Orchestra Toscanini e l’Orchestra del Teatro Regio di Parma. Un’altra tappa importante che vide a Parma Franco, al di là di numerosi concerti e realizzazioni teatrali, fu per la tournée a Bagdad nel 1992. In seguito alle relazioni instaurate per quell’occasione con l’organizzazione umanitaria “Un ponte per Bagdad”, eravamo temporalmente fra le due guerre del Golfo, l’Iraq sopportava l’embargo, otto bambini con gravi patologie vennero curati a Parma e in altri ospedali.

ENRICO MAGHENZANI
Produttore di Franco Battiato dal 1985 al 1995

 

Dopo “Studio per Genesi” al Teatro Due la relazione con Franco Battiato è approdata in una tournée di concerti per tutta la Sicilia con L’Accademia Filarmonica Renzo Martini, orchestra nata al Teatro Due di Parma. Era la prima volta in cui Battiato “riconvertiva” i suoi programmi con la partecipazione di un’orchestra da camera, composta da giovani virtuosi. Fu un momento magico, passavamo da una piazza all’altra con centinaia di migliaia di persone che lo acclamavano come al passaggio di un “dio”.
Facevamo capo a un hotel ad Aci Reale – vicino a casa di Franco che spesso ci ospitava per guardare le stelle, inaugurando un potente telescopio posizionato sul tetto di casa – e, tra i tanti episodi di quel periodo, ricordo l’arrivo di Lucio Dalla. Seduto a un gran coda bianco fece ascoltare a Franco e a noi, seduti nella hall dell’albergo, la prima composizione di “Caruso”. Alla fine del pezzo si è creato un silenzio che solo chi fa musica riesce a trasmettere e a sostenere. Un silenzio lunghissimo e di intesa tra loro due, prima che Battiato iniziasse le sue riflessioni e noi ci allontanassimo in punta di piedi, come un coro greco che si scompone. Sarò sempre grata a Franco per le lunghe chiacchierate profonde e gioiose e con quell’ intelligenza speciale di chi nasce in Sicilia, in un’isola. La volontà di sparire è l’essenza esoterica della Sicilia – scriveva Sgalambro. Poiché ogni isolano non avrebbe voluto nascere, egli vive come chi non vorrebbe vivere. La Storia gli passa accanto con i suoi odiosi rumori. Ma dietro il tumulto dell’apparenza si cela una quiete profonda.
Grazie, Franco: un vero “cavaliere dell’intelletto*”.

*Il Cavaliere dell’Intelletto, opera in due atti per soli, coro e orchestra, libretto e regia di Mario Sgalambro, musica di Franco Battiato, coreografia di Raffaella Rossellini con Tania Rocchetta, Toni Servillo e Giancarlo Ilari.

PAOLA DONATI
Direttore Fondazione Teatro Due