LO STRANIERO
Albert Camus
Per anni ho voluto vivere secondo la morale comune. Mi sono costretto a vivere come tutti, ad assomigliare a tutti. Mi dicevo che era necessario per riunire, anche quando mi sentivo diviso. E alla fine di tutto ciò fu la catastrofe. Ora vago tra i rottami, sono senza legge, straziato, solo e accettando di esserlo, rassegnato alla mia singolarità e alle mie menomazioni. E devo ricostruire una verità, dopo aver vissuto tutta la vita in una specie di menzogna.
Albert Camus

LO STRANIERO
di Albert Camus
adattamento Robert Azencott
traduzione Enzo Siciliano
con (in o. a.) Roberto Abbati, Valerio Binasco, Gea Lionello, Gian Paolo Poddighe
e con Giancarlo Ilari (voce f.c.)
scene e costumi Andrea Viotti
musiche Antonio Di Pofi
immagini Francesco Bocchi
luci Claudio Coloretti
regia Franco Però
debuttato il 9 febbraio 1999
Lo straniero di Albert Camus è un capolavoro assoluto. È un romanzo che, sotto una forma narrativa semplice, essenziale e solo apparentemente naturalistica, è librato su un’astrazione assoluta, è il tempio dell’assurdo. Per Camus, che lo pubblicò nel 1940 in piena guerra mondiale, la vicenda di Mersault che uccide senza sapere il perché, che è indifferente alla morte della madre e che ha un rapporto tutto particolare anche con la bella Marie e che è indifferente all’amicizia di un piccolo delinquente come il vicino di casa Syntès, non è che è una metafora della vita di tutti gli uomini del mondo.
Lo straniero, bestseller mondiale, valse a Camus ancora giovane (era nato ad Algeri nel 1913) il premio Nobel per la letteratura. Il Teatro Stabile di Parma nel 1999 insieme al regista Franco Però mise in scena l’adattamento teatrale del famoso romanzo a cura di Robert Azencot con la traduzione di Enzo Siciliano. Dopo il debutto nel 1999 a Parma lo spettacolo ha affrontato una lunghissima tournée che lo ha visto presente in molte piazze italiane e ospite della 18ª edizione del Fajr Theatre Festival, organizzato dal Dramatic Art Center di Teheran.
LO STRANIERO, di Albert Camus
streaming dal 25 luglio, ore 20:30 al 28 luglio 2020
LO STRANIERO
Fajr Theatre Festival – Teheran
Va in scena la Persia
Come ci si prepara a un viaggio in Iran? Il Paese che in questi ultimi vent’anni è stato «costruito» a perfetta immagine di nemico del «nuovo ordine mondiale». Tale da apparirci come un pianeta di un altro sistema solare. E che solo da poco, grazie alla sottile diplomazia del dialogo e del sorriso del presidente Khatami, incoraggia avvicinamenti meno offuscati da pregiudizio e sospetto. Lo spirito migliore in cui partire dovrebbe essere perfettamente simmetrico a quello di Usbeck e Rica, i due personaggi di Montesquieu. Nella prima delle Lettere persiane, scrive Usbek all’amico Rustan a Isfahan: «Tra i persiani Rica e io siamo forse i primi a uscire dal nostro Paese per desiderio di apprendere, rinunciando alle dolcezze di una vita tranquilla per andare con fatica a cercare la saggezza. Sebbene nati in un regno prospero, non abbiamo ritenuto che i suoi confini dovessero segnare anche i limiti della nostra conoscenza, e che ci dovesse illuminare solo la luce dell’Oriente».
Dal 27 gennaio al 10 febbraio, Giorgio Gennari, direttore del Teatro Festival di Parma, e io, saremo al Festival Internazionale del Teatro di Teheran. Andremo a scoprire una tradizione che sinora conosciamo per sentito dire e della letteratura secondaria. Se così viva è la cultura iraniana contemporanea che ci viene rivelata dall’unica arte nota in Italia, il cinema, è da attendersi che anche il teatro ci riserverà vive sorprese.
(tratto da Il diario della settimana, 01.02.2000)
RASSEGNA STAMPA
Una faccia da straniero come tante
Il personaggio di Camus, nello spettacolo di Però, è un figlio illegittimo dell’indifferenza d’oggi
Indecisione, astrazione, indifferenza. Così inizia il romanzo. Decisione, chiarezza, sentimento profondo; così termina (e lo stesso dicasi per l’adattamento teatrale di Robert Azencott).
Per arrivare a questa chiarezza, un uomo, Meursault, attraversa da straniero la strada che parte dalla morte della madre e arriva alla vigilia di quella sua: naturale al prima, provocata la seconda.
Nel mezzo c’è un amore, vissuto come una sospesa passione, o come una sospensione della sua estraneità e l’assassinio di un uomo che lui compie, inconsciamente, un giorno, su una spiaggia deserta, accecato dal sole.
Franco Però
Note di regia