SCANNASURICE
di Enzo Moscato
SPAZIO BIGNARDI
5 / 9 aprile
con Imma Villa
scene Roberto Crea
costumi Daniela Ciancio
suono Hubert Westkemper
musiche originali Paolo Coletta
disegno luci Cesare Accetta
regia Carlo Cerciello
produzione Anonima Romanzi Teatro Elicantropo, Fondazione Teatro Due
Premio Le Maschere del Teatro 2017
Premio della Critica (A.N.C.T.) 2015
Premio Annibale Ruccello 2015
Premio Pulcinellamente 2015
Scannasurice segnò, nel 1982, il debutto “ufficiale” di Enzo Moscato come autore e interprete. Scritto dopo il terremoto, ne porta il segno evidente, cogliendo di quel sommovimento l’effetto disgregante piuttosto che quello rigeneratore di energie. Il regista Carlo Cerciello ha scelto di tornare alla messinscena di un testo in lingua napoletana, attraverso un autore anti-olografico per eccellenza come Moscato, nell’intento di allontanarsi dalla malsana oleografia di ritorno che appesta Napoli di retorica e luoghi comuni. Scannasurice è una sorta di discesa agli “inferi” di un personaggio dalla identità androgina, nell’ipogeo napoletano dove abita, in una stamberga, tra elementi arcani, in compagnia dei topi – metafora dei napoletani stessi – e dei fantasmi delle leggende metropolitane: dalla Bella ‘mbriana al munaciello, tra spazzatura e oggetti simbolo della sua condizione, alla ricerca di un’identità smarrita dentro le macerie della storia e della sua quotidianità terremotata, fisicamente e metafisicamente. Il personaggio fa la vita, “batte”. È, originariamente, un femminiello dei Quartieri Spagnoli, ma i femminielli di Enzo Moscato sono creature senza identità, quasi mitologiche, magiche. per questo ne è interprete un’attrice che del personaggio esalta l’ambiguità e l’eccesso. Una volta smontata la sua appariscente identità, indosserà la solitudine e la fatiscenza stessa del tugurio dove vive. Sarà cieca Cassandra, angelo scacciato dal paradiso, sarà maga, sarà icona grottesca e disperata, ma sempre poetica.