L'asta fotografica di domenica 19 febbraio ha permesso di raccogliere in una sola sera 7400 euro. La vendita delle foto rimanenti e di tanti cataloghi si è tradotta in altri 1600 euro, che si vanno a sommare ai precedenti. L'obiettivo di Antonio Mascolo, organizzatore dell'iniziativa e autore delle fotografie, è quello di raggiungere 10000 euro, da devolvere interamente al Baby Hospital di Betlemme. Sta continuando quindi la vendita porta a porta dei cataloghi, che potete trovare anche a Teatro Due.

Che cos'è il Caritas Baby Hospital?

 

è l’unico ospedale pediatrico della West Bank.
E’ un ospedale soltanto medico, non ci sono reparti di chirurgia, di ostetricia e ginecologia né di maternità. E’ presente una radiologia e un laboratorio analisi che permette di svolgere esami ordinari; per esami più sofisticati è necessario recarsi a Gerusalemme. Il Caritas fornisce poi una prima assistenza in caso di emergenza, pur non avendo un pronto soccorso vero e proprio, aperto comunque 24 ore su 24.
L’ospedale ha un totale di ottantadue posti letto divisi in tre sezioni: uno di neonatologia e due di pediatria. Durante il periodo invernale, dove si riscontra un aumento dei ricoveri, si può arrivare anche a novanta posti letto, aggiungendo cullette negli spazi possibili.
Quattro posti letto possono essere adibiti a terapia intensiva in caso di emergenze. L’ospedale è dotato infatti di due ventilatori artificiali e due “Ncpap”.
Il CBH svolge inoltre un’attività ambulatoriale sia generale che specialistica nelle seguenti aree: cardiologia, diabetologia, ematologia, neurologia. Possiede inoltre un ecografo e una strumentazione per l’EEG.
Nel 2006 il Caritas ha registrato 4.103 ricoveri ospedalieri e 29.202 viste ambulatoriali. L’80% dei bambini ricoverati è musulmano, il 20% cristiano: queste percentuali rispecchiano abbastanza la demografia dell’area. Le malattie più frequenti sono:
1.patologie a carico dell’apparato gastro-intestinale come gastroenteriti o gastriti, soprattutto durante il periodo estivo.
2. patologie a carico dell’apparato respiratorio come asma, bronchiti, polmoniti, specie nel periodo invernale.
3.patologie congenite come malattie metaboliche e malformazioni a carico degli organi interni, in conseguenza sempre più spesso dei matrimoni tra consanguinei.
4. accanto a vari disturbi della crescita, altre patologie diffuse come ittero, infezioni alle vie urinarie, anemia, disidratazione.
Nel caso di diagnosi che necessitano di un intervento chirurgico, il Caritas, non avendo al suo interno un reparto di chirurgia, inoltra una domanda di trasferimento del piccolo paziente in uno degli ospedali di Gerusalemme, molto più attrezzati e specializzati rispetto a quelli della Palestina. Purtroppo però, per attivare il trasferimento, è necessario il rilascio di un permesso speciale perché si tratta di varcare una frontiera che ha una diversa giurisdizione. L’ottenimento di tale permesso non è immediato né scontato: spesso le procedure burocratiche e i tempi amministrativi sono lunghi ed estenuanti.
Il personale del CBH è tutto locale: metà di religione musulmana, metà cristiano, per un totale di 200 dipendenti di cui:

90 infermieri, tra professionali e generici;

15 medici (4 sono pediatri);

il resto del personale è addetto ai servizi generali.
L’ospedale è gestito da una Associazione no profit svizzero-tedesca, che ha un suo rappresentante presente al Caritas per 9/10 mesi all’anno. Il Direttore sanitario e il Direttore Amministrativo sono invece locali. Dall’Associazione dipendono inoltre le sei suore attualmente in servizio: quattro italiane, una tedesca e una ecuadoregna. Tre di loro sono caposala, due sono responsabili del servizio infermieristico, una lavora al Dipartimento sociale.
Il CBH è unicamente finanziato da fondi e donazioni private sin dal 1952, anno della sua fondazione. Il bilancio è in pareggio. Ciò è dovuto in gran parte alla preziosa catena di solidarietà che innescano i pellegrini in visita in Terra Santa. Senza il loro sostegno l’ospedale non potrebbe continuare la sua attività.
All’interno del CBH non è prevista un’azione apostolica e pastorale vera e propria. L’annuncio del Vangelo s’incarna nel servizio quotidiano prestato dagli operatori e dalle suore. Questo per rispettare la variegata presenza di confessioni cristiane e non, sia del personale che delle famiglie dei piccoli pazienti. Vi sono infatti cristiani latini, ortodossi, armeni, melchiti, protestanti e musulmani.
Il mistero del dolore innocente supera ogni divisione e unisce tutti nella medesima sofferenza.