MOLTO RUMORE PER NULLA

di William Shakespeare
con le musiche di scena Musik zu Shakespeare’s ‘Viel Lärmen um Nichts’, Op.11 di Erich Wolfgang Korngold
traduzione di Luca Fontana

con (in ordine alfabetico)

Roberto Abbati
Cristina Cattellani
Laura Cleri
Gigi Dall’Aglio
Paola De Crescenzo
Davide Gagliardini
Francesco Gerardi
Nicola Nicchi
Luca Nucera
Maria Laura Palmeri
Massimiliano Sbarsi
Carlo Sella
Massimiliano Sozzi
Nanni Tormen
Marcello Vazzoler
Emanuele Vezzoli

muscihe esguite da Filarmonica Arturo Toscanini

tenore Antonio Mandrillo

direzione musicale Marco Seco

direzione teatrale Walter Le Moli

spazio scenico Tiziano Santi
costumi Gianluca Falaschi
luci Claudio Coloretti

Assistente alla Direzione teatrale Giacomo Giuntini

Assistente allo Spazio scenico Elise Menna
Assistente ai Costumi Maria Giovanna Farina

produzione Fondazione Teatro Due e Fondazione Arturo Toscanini

 

PRIMA NAZIONALE

assistenti Francesco Bianchi, Francesco Lanfranchi atelier di scenografia Teatro Due – coordinamento allestimenti Giuliano Spinelli direzione di scena Luca Giombi macchinisti Maurizio Mangia, Giovanni Mutti scenografo decoratore Simone Bardiani capo elettricista Luca Bronzo elettricisti Gabriele Lattanzi, Davide Sardella fonica Andrea Romanini sartoria del Teatro Due Elisabetta Zinelli, Chiara Teggi
sartoria cine-teatrale Nori s.n.c. sartoria THE ONE s.r.l. parrucche Audello Teatro

Arena Shakespeare

22 e 23 giugno 2018, ore 21.15

Speciale 23 giugno per gli spettatori di Molto rumore per nulla – In occasione della Festa di San Giovanni sarà possibile continuare la serata con una degustazione di tortelli accompagnata da un calice di vino e un dessert al prezzo di 12,00 €. È necessaria la prenotazione tramite e-mail o presso la biglietteria di Fondazione Teatro Due.

Un sottile gioco, tipico della cultura secentesca inglese, di spiazzamento costante del senso, di continuo straniamento delle parole che produce umorismo e, a un tempo, dubbio. Molto rumore per nulla è un testo molto complesso con uno strano rovesciamento di equilibri. I conflitti di sesso, genere, classe e potere fanno sì che la commedia, come sempre in Shakespeare, altro non sia che una tragedia evitata.

Il motore scatenante del ridere è l’amore, e l’affannarsi umano intorno a questioni, se vogliamo, di poco conto; un gioco teatrale per gli attori e per gli spettatori (quest’ultimi spesso più al corrente, al contrario dei protagonisti, del susseguirsi degli eventi in base ad illusioni e mistificazioni della realtà) all’insegna di leggerezza e ritmo che mantengono ben salda la struttura teatrale di una storia fatta di intrighi e complotti come nelle migliori commedie musicali hollywoodiane.

Siamo infatti in un ipotetico 1945, tra bandiere e coccarde americane: il principe Don Pedro, di ritorno dalla guerra, ferma il suo esercito a Messina ospitato dal governatore della città Leonato. Con lui arrivano i nobili amici Benedetto e Claudio e suo fratello Don Juan il quale, dopo essere stato condannato per aver ordito trame contro il suo regno, non aspetta altro che di vendicarsi. Nella villa di Leonato è ospitata anche Beatrice, nipote del governatore. Dallo spirito focoso, la mente brillante e la lingua pungente, Beatrice ha solo una persona al suo pari in quanto a testardaggine, facilità di parola e odio per l’altrui sesso: Benedetto. Da tempo i due non perdono occasione di incrociare duelli dialettici pieni di wit, mirati a ferire più che uccidere…

Molto rumore per nulla è un’opera tra le più rappresentate della produzione del Bardo, così famosa che a Vienna le musiche per lo spettacolo furono commissionate a un compositore di cui Mahler disse “è un genio musicale”: Erich Wolfgang Korngold, uno dei più eclettici protagonisti della musica del primo Novecento. Tardoromantico, compositore di colonne sonore per il cinema di Hollywood e vincitore di due premi Oscar, Korngold ha scritto per la commedia una musica che rispetta totalmente le esigenze drammaturgiche del testo e allo stesso tempo arricchisce la tessitura ritmica e armonica di Much ado about nothing, a partire dalla Ouverture di memoria mendelssohniana fino alle composizioni per la scena del ballo in maschera e per le songs. Una incidental music che si mescola alle situazioni esilaranti e agli intrecci della vicenda in una sinergia tra parola scenica e musica che di Shakespeare ha l’anima e la struttura.

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